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Il mondo del gambling ha subito enormi sviluppi negli ultimi anni. L’avvento di nuove tecnologie, con l’evoluzione delle stesse, ha stimolato i giocatori, che si sono interessanti a diverse categorie di gioco. Tutto ciò farebbe sembrare semplice il ruolo di uno sviluppatore di giochi, eppure non è affatto così.

Prima di produrre un nuovo titolo e lanciarlo sul mercato dei casino online non AAMS e sulle altre piattaforme AAMS, i lavoratori del settore sono costretti a studiare i giocatori, in modo da sviluppare una profilazione diversa, a seconda delle esigenze e delle richieste.

Profilazione dei giocatori: cos'è e a cosa serve

La profilazione altro non è che il risultato di studi sui comportamenti personali dei giocatori. Ognuno di essi ha una tendenza che può essere verso il gioco online o quello fisico in presenza. Ma, indubbiamente, esistono delle preferenze ed il difficile è studiare il modo in cui si può accattivare l’attenzione di chi cerca un particolare gioco ed inserire dei “punti” di difficoltà per coloro che vogliono misurarsi con le apparecchiature da intrattenimento per valutare la propria abilità individuale.

Un lavoro semplice in apparenza, ma che nasconde complicazioni evidenti. Lo studio degli utenti è fondamentale per pianificare una strategia di marketing per un gioco: questo fa la differenza tra le aziende di successo, che riescono a fatturare milioni, e quelle in affanno invece costrette a dichiarare fallimento. Senza una specifica e produttiva profilazione dei giocatori, tutte le aziende navigherebbero sugli stessi livelli: il fatto che non sia così dimostra come una buona strategia di marketing faccia la differenza.

Giocatori fisici in presenza e online: cosa cambia

Altro fattore che determina la profilazione di un giocatore è la categoria a cui appartiene. Come detto, gli utenti giocano sia online che in presenza fisica; ovvero tutti coloro che preferiscono giocare nelle sale, nelle agenzie, nei corner, bar e tabaccai. In pratica tutti quei luoghi dove non serve una connessione ad internet.

Uno studio condotto dall’Istituto Doxa ha dimostrato che i giocatori delle due categorie appartengono a “mondi diversi”. C’è soltanto una limitata percentuale di utenti che si può considerare facente parte di ambedue i gruppi.

I giocatori “offline” – spiega lo studio Doxa – hanno un profilo che corrisponde a persone di mezza età (media di 45 anni), abitano principalmente nel centro Italia e nelle grandi città. Hanno concluso le scuole precocemente avente un’istruzione medio-bassa, sono poco attivi dal punto di vista culturale, leggono poco (di solito quotidiani sportivi), escono sempre con gli stessi amici con i quali hanno un rapporto consolidato. I giocatori in presenza fisica si distinguono anche per la preferenza del denaro contante rispetto a carte di credito o prepagate. Navigano in internet e quasi la metà è iscritta ad un social network al quale si collega quotidianamente.

I giocatori online sono più giovani: età media 35 anni, sono laureati o diplomati e dimostrano di avere diversi interessi. Si incuriosiscono a categorie svariate di temi: dall’attualità, allo sport, alla politica, ai viaggi.

Utilizzano carte di credito o carte prepagate, con strumenti di pagamento consolidati come PayPal. Navigano in internet tutti i giorni e giocano non solo a giochi con vincita in danaro, ma anche a giochi di ruolo o di strategia; partecipano anche a giochi di abilità interagendo con altre persone.

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